L’arte di riportare al nuovo
Restauri
La grande passione per il legno , e il piacere di vivere a stretto contatto con questa viva materia, fino a farne un lavoro coinvolgente, nasce dall’età di 16anni quando andavo presso il piccolo laboratorio del Signor Albenzio. Con grande maestria e passione restaurava e ridava nuova vita a vecchi mobili. Guardava assorto i minimi dettagli, studiava gli stili, verificava e intuiva le essenze dei legni, andava nel polveroso retrobottega a cercare il giusto tassello per ripristinare il pezzo mancante. Mi diceva mentre mi chiedevo il perché di tante attenzioni: non lo senti il rumore della pialla del maestro che prima di me ha modellato questo pezzo di legno? senti le chiacchiere delle signore che hanno per anni riassettato la casa spolverando questa credenza? Beh quando comincerai a sentire questo, sarai sulla buona strada per restaurare come si deve. Da allora ne è passato di tempo e non so se mai ho percepito le stesse sensazioni del maestro Albenzio, ma di certo ho imparato a restaurare e concepire il legno con i cinque sensi. VISTA. è forse la prima cosa che ci permette di ammirare un mobile o delle travi in tutte le sfaccettature ed entrare a cogliere quei dettagli che lo rendono unico. TATTO. Diventa istintivo avere la conferma che quello che vediamo sia davvero così e diventa assoluto piacere sfiorare e coccolare un’antica trave levigata dal tempo e vellutata dalla patina della cera d’api stesa a caldo. Percepire ogni singolo colpo inferto con sapienza, a volte centinaia di anni fa, dai maestri d’ascia nel bosco. Ad ogni colpo assestato nel tronco steso a terra, prendevano forma le travi. UDITO. Restare ad ascoltare la foresta che cresce, la natura che lavora per noi. Regalandoci alberi imponenti. Sentire i rumori degli scricchiolii del legno che si assesta e sempre si muove, così nelle vecchie soffitte di cento anni come nei più moderni tetti in legno massello. Le assi che suonano quasi a sembrare i tasti di un pianoforte, quando camminiamo a piedi nudi sulle calde assi di un antico solaio o quando scendiamo i gradini di una scala. OLFATTO. Il profumo del legno, una poesia. Un’essenza che da millenni ci accompagna. L’odore di resina che pervade la stanza, l’aroma dolciastro della cera d’api, l’essenza di trementina, l’olio di lino cotto. Sostanze che dosate nei giusti equilibri, regalano accoglienza e intimo calore alla nostra casa. GUSTO. Beh, forse diventa un po’ più difficile per i non addetti ai lavori, poter immaginare come un sommeliur di segheria possa percepire il grado di umidità, solo appoggiando le labbra a una trave appena segata. Come possa “assaggiando” una piccolissima scheggia di legno, distinguere e apprezzare un pezzo di pino o di larice, piuttosto che uno di noce, castagno, faggio e quant’altro. Per tutti gli altri posso solo far pensare al gusto che regala il fumo dei legni resinosi impiegati per l’affumicatura, l’aroma del vino invecchiato in barrique di rovere, l’appetitoso gusto di e carni e verdure alla griglia cotte sulle braci di faggio o castagno. O in senso figurato, al GUSTO ESTETICO, quello vero di una volta. Quel senso estetico e di equilibrio che davanti a monumentali palazzi, castelli, o semplici dimore di campagna restaurate, … ci cattura e ci fa sognare.